WHEN KATIE FOX MET THE EVIL TURTLE | BEATRICE MARCHI
When Katie Fox met the Evil Turtle (2022) è un video realizzato dall’artista Beatrice Marchi. Alternando riprese reali ad animazioni digitali il video racconta, in una narrazione che opera in bilico tra reale racconto di cronaca e fake news, la vicenda di Katie Fox (la protagonista) incontrare la famigerata Evil Turtle. La figura di un narratore compare all’inizio del video, travestito da fotoreporter e con il volto coperto da una folta parrucca, portando con sé un’appropriata macchina fotografica dotata però di un obiettivo sproporzionato che mette in dubbio la sua credibilità, sia di narratore che professionale.
Katie Fox è un’identità immaginaria, alter ego dell’artista stessa, che si presenta come una figura incappucciata che indossa una maschera sul viso, una coperta sulle spalle e degli stivali di pelle nera con tacchi a spillo. La ragazza vive un costante conflitto interiore: durante l’infanzia si rende conto che compiere azioni malvage le porta popolarità e, sebbene non le faccia volentieri, il desiderio di essere popolare prevale. Si ritrova spesso ad avere comportamenti aggressivi, attacchi verbali o danneggiare e rompere gli oggetti altrui, usando l’arma impropria dei tacchi delle proprie scarpe. La Evil Turtle, un tempo pacifica ed amichevole, ha subito un doloroso trauma, sia fisico che emotivo, quando le è stato rotto il guscio. Da quel momento in poi ha cominciato ad attaccare gli altri esseri viventi, aggredendo chiunque incontrasse come forma preventiva di protezione.
La parte introduttiva, che ricerca una immedesimazione o quantomeno un sentimento di empatia nello spettatore, lascia spazio all’evento centrale del racconto: il duello tra Katie e la Evil Turtle, entrambe con il portato di malvagità che si svolge nel confortante set del giardino di una casa, tra foglie secche, cespugli e tronchi.
“Ti spacco” è la frase intimidatoria che ripete la Evil Turtle a Katie, mentre un sottofondo di musica rock prova a dare un tono epico a uno scontro che di epocale in realtà non ha nulla ma piuttosto suscita uno spiazzante effetto comico. L’animale, per natura lento e mite, avanza con passo aggressivo e costringe la ragazza a scappare rifugiandosi dietro una colonna di cemento. “Sei stata tu, cattiva!” urla la tartaruga. Sebbene si dichiari innocente – almeno per quanto riguarda lo specifico incidente del guscio – le ripetute accuse dell’animale fanno nascere in lei la domanda “e se fossi stata io?”, facendole provare un inaspettato e nuovo sentimento: il senso di colpa.
Inizialmente percepita come disgustosa, questa sensazione pian piano affascina e persuade la ragazza a cambiare prospettiva, convincendola che pentirsi delle brutte azioni compiute sia la strada da seguire per ottenere ancora più popolarità. La sensazione di appagamento provata da Katie, che deriva finalmente da un’azione moralmente positiva, è talmente incontenibile che si trasforma in un balletto improvvisato, nonché precario per via dei tacchi alti.
Tra i fili della narrazione di When Katie Fox met the Evil Turtle si può trovare la metafora di una guerra tra le più classiche e convenzionali, quella tra il bene e il male. Chi affronta i propri demoni – interiori ed esteriori – come Katie, ha la possibilità di trovare la serenità. Chi invece si lascia guidare dal rancore e non dà alcuna possibilità di ascolto e comprensione, come la Evil Turtle, sarà per sempre condannato a combattere il nemico peggiore, sé stesso.
Beatrice Marchi
When Katie Fox met the Evil Turtle, 2022, video still
© Courtesy the artist
03/06/2023