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UNTITLED | ROSANA PAULINO

La ricerca di Rosana Paulino (São Paulo, Brasile, 1967) si inserisce nel contesto della diaspora africana in Sud America, attingendo da un archivio personale e da quello storico istituzionale, quando possibile: come sottolinea amaramente l’artista stessa, infatti, nel suo percorso formativo sono mancati riferimenti afrobrasiliani, non perché non li trovasse, ma perché proprio non esistevano. Da qui nasce l’esigenza di raggiungere una consapevolezza identitaria e affermare la sua figura nel mondo dell’arte.
L’intenzione di Paulino è quella di prendere atto delle condizioni sfavorevoli in cui si sono trovate a operare in generale le donne nel panorama dell’arte, e in particolare le ‘amefricane’ – concetto introdotto inizialmente dalla filosofa brasiliana Lélia Gonzáles che comprende persone di origine africana emigrate in America – in società latino-americane come, ad esempio, il Brasile.
La ricerca di Paulino approfondisce anche gli aspetti di queste tematiche che possono essere considerati più ‘scientifici’ e che sono compresi in quella che viene definita ‘biologia razziale’: una branca pseudo-scientifica che impiega l’antropologia per studiare le ipotesi a sostegno dell’inferiorità (o superiorità) di alcuni gruppi umani rispetto ad altri basandosi, appunto, sulla loro discendenza.

Untitled (2016) è un progetto dal forte impatto visivo: si presenta come un patchwork di stoffe stampate e cucite tra di loro, ognuna raffigurante un diverso scenario – il ritratto di una donna, il disegno di un osso umano, un veliero. Ogni immagine è pregna di significato e insieme compongono una narrazione che parla di colonialismo, schiavitù e identità.
L’approccio di Paulino è poetico nello stile narrativo che ricerca una certa simbologia – sulla vela di prua della nave svetta la croce simbolo delle flotte coloniali –, ma è anche impietosamente diretto, mostrando senza mezzi termini soggetti come un cuore rosso vivo o il profilo di un teschio.
Le cuciture che tengono insieme i vari elementi della composizione sembrano delle suture, un aspetto alla ‘Frankenstein’ che forse, più che caratterizzare le sembianze di questo lavoro, intende esprimere metaforicamente la bruttezza e la crudeltà ingiustificabile della storia in sé.
Lo sguardo della donna è fiero e si fissa negli occhi dello spettatore: lei si presenta nuda, addirittura esaminata a raggi x in alcune porzioni dell’opera; ma questa sua nudità non corrisponde a una vulnerabilità quanto piuttosto a un’onesta richiesta di confronto. Non c’è via di fuga, solo la consapevolezza di dover affrontare il passato da cui proveniamo e le sue conseguenze.

 

Rosana Paulino
Untitled, 2016
Stampa su tessuto, puntasecca e cucito, 58 × 89,5 cm
Crediti fotografici: Bruno Leão
Courtesy l’artista e Mendes Wood DM São Paulo Brussels Paris New York

23/11/24