TRILHA SONORA III | JOSÉ DAMASCENO
La pratica di José Damasceno (Rio de Janeiro, 1968) esplora la sensorialità e il modo in cui lo spettatore fruisce l’opera d’arte, creando oggetti e installazioni site-specific che si spingono ai limiti della classica forma scultorea. Legno, carta, tela e cemento sono solo alcuni dei materiali utilizzati da questo artista poliedrico, che trova il proprio linguaggio nella sperimentazione.
Trilha Sonora III (2002) è un’opera che consiste in centinaia di martelli – tutti uguali – appesi lungo la parete dello spazio espositivo, una composizione ondulata che, nell’accezione naturalistica della forma, richiama il profilo di una catena montuosa oppure di una superficie d’acqua increspata.
Da un punto di vista concettuale, invece, può sembrare un grafico di onde sonore, curve che potrebbero essere state causate proprio da un colpo di martello, oggetto che in questa installazione ne traccia il contorno.
Il significato dell’opera rimbalza tra la sua forma e la sua identità, un binomio armonioso e disturbante, semplice e assurdo, giocoso e aggressivo. Così Damasceno mette in scena un vero e proprio ribaltamento di forma, coinvolgendo e mescolando il significato di disegno e installazione in un’opera il cui risultato è decisamente ammaliante.
Damasceno spinge lo spettatore a domandarsi il perché di quella situazione, di quella atipica composizione che non sembra avere un inizio e una fine determinati, ma che si sviluppa su tutta la parete e si presenta nell’insieme. L’artista però non fornisce alcuna risposta, anzi, sembra voler coinvolgere lo spettatore nella sua stessa sperimentazione.
José Damasceno
Trilha Sonora III, 2002
Martelli, dimensioni variabili
© José Damasceno. Courtesy l’artista e Thomas Dane Gallery. Foto: Pedro Motta.
23/03/24