Thousand Little Brothers – Hasan Elahi
“Ciascuno (…) è visto, ma non vede; oggetto di una informazione, mai soggetto di una comunicazione”.
In queste parole è sintetizzata l’idea di Panopticon, un carcere ideale settecentesco nel quale un unico sorvegliante è in grado di osservare tutti i soggetti presenti senza che essi siano in grado di percepire l’azione di controllo. Hasan Elahi sembra sovvertire questo meccanismo: nel 2002, dopo essere stato ingiustamente collegato dall’Fbi ad un’indagine terroristica durata sei mesi, l’artista ha deciso di monitorarsi autonomamente, fotografando ogni aspetto della sua vita quotidiana e inviando costantemente queste immagini al suddetto ente governativo.
Da qui l’idea di creare un sito internet, Tracking Transience, che permette di tenere d’occhio continuamente la posizione di Elahi, e di realizzare un’installazione, Thousand Little Brothers, in cui sono esposte le migliaia di immagini raccolte in questi anni. Un atto di protesta mascherato da accondiscendenza che invita a riflettere sul controverso argomento della privacy in un’epoca di sorveglianza avanzata come la nostra e sulla cultura della paura post 9/11.
Bianca Cavuti
Cover image: Hasan Elahi, Thousand Little Brothers, 2014.
©Hasan Elahi, Courtesy Open Society Foundation.