STEALING UR FEELINGS | NOAH LEVENSON
Stealing Ur Feelings (2019) è il quarto intervento video nella programmazione di RABBIT HOLE, quarta edizione di DIGITAL VIDEO WALL, progetto a cadenza annuale strutturato a capitoli tematici, volto a promuovere la diffusione e la sperimentazione dell’arte digitale.
Per il quarto screening verrà presentato il lavoro di Noah Levenson, Stealing Ur Feelings (2019, VIDEO, MP4). Levenson è un programmatore e artista statunitense il cui lavoro si concentra in particolar modo sullo studio dell’intelligenza artificiale e il ruolo che l’IA ha sulla vita di tutti i giorni, dalle tecnologie di riconoscimento facciale fino al suo utilizzo per targettizzare e monitorare le attività di consumo online. Le ultime ricerche di Levenson ruotano attorno al problema della “decentralizzazione”, ovvero, come afferma lo stesso artista, «la sfida di collegare in modo efficiente gli utenti alle risorse quando non sanno bene cosa stanno cercando». Il campo di ricerca di Noah Levenson è decisamente eterogeneo: oltre al progetto Stealing Your Feelings, ha lavorato anche nell’industria videoludica, nello specifico con Nintendo, partecipando allo sviluppo delle dinamiche di collisione per Mario Kart Live, ha realizzato un film interattivo dal titolo Weird Box, un film interattivo che trasforma magicamente qualsiasi account Instagram pubblico nel motivo della bizzarra rottura di una coppia, ha sviluppato una app fake per prendere in giro la “bro culture”, oltre ad essersi occupato di tecnologia a vari livelli per diverse testate giornalistiche e come guest lecturer in università come la NYU.
Nel 2019 Noah Levenson ha realizzato Stealing Ur Feelings, descritta dall’artista come «un’esperienza AR basata sul deep learning che analizza le reazioni del viso per rivelare i pericoli dei programmi di sorveglianza emotiva delle Big Tech», con il supporto della Mozilla Foundation. L’opera video, della durata di circa 6 minuti, è stata premiata al Tribeca Film Festival ed esposta alla Tate Modern, oltre ad essere stata approfondita in diversi altri contesti, come il MIT e il Museum of the Moving Image. Levenson mette in mostra come le aziende stiano utilizzando tecnologie via via sempre più raffinate per decodificare gli stati emotivi degli utenti, ciò per cui provano sdegno o interesse, ed utilizzare tali indicatori per creare un profilo emotivo delle persone. Utilizzando tecnologie legate al face tracking, unite a quelle legate all’eye tracking e al mouth tracking per cogliere le microespressioni sul nostro volto, è possibile creare database dedicati alla profilazioni degli utenti per capire a quali contenuti siano più interessati ed allenare gli algoritmi a dare in pasto agli utenti lo stesso tipo di informazioni o contenuti di intrattenimento. Aziende come Snapchat e Instagram, che fanno ampio uso di filtri facciali per consentire agli utenti di condividere le proprie emozioni e i propri stati d’animo, utilizzano tali informazioni e sfruttano (legalmente) tecnologie che riescono ad accedere alla fotocamera degli utenti (utilizzata per l’applicazione dei filtri facciali) per tracciare i propri comportamenti e i propri interessi. Se filtri come gli occhioni da gatto, quelli di bellezza, così come quelli che simulano il nostro invecchiamento precoce, in superficie sembrano un innocuo e temporaneo divertimento per condividere con i propri follower e amici versioni alternative di noi stessi, nascondono invece sofisticati meccanismi di tracciamento per la profilazione della nostra persona, che lasciano libero accesso alle Big Tech di sfruttare i dati sensibili come più desiderano. La domanda che Stealing Ur Feelings pone è, siamo davvero consapevoli di come AI, algoritmi e social media gestiscono i nostri dati? Siamo davvero in grado di gestire e scegliere quali contenuti guardare?
© Noah Levenson, Stealing Ur Feelings, 2019, video still, courtesy the artist
Noah Levenson | Stealing Ur Feelings
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11 aprile – 09 maggio 2023 | h24