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#SPECCHIO: PLACE(S) | PASCAL GRECO

A marzo del 2020, il fotografo italo svizzero Pascal Greco aveva pianificato un viaggio in Islanda per concludere il suo progetto fotografico No Cliché, il cui scopo era quello di proporre un immaginario inusuale prendendo le distanze dalle consuete rappresentazioni. Dopo che la pandemia da COVID-19 ha inevitabilmente bloccato il suo viaggio, Pascal Greco trova nel videogioco Death Stranding (Kojima Production, 2019) un interessante punto di svolta per indagare virtualmente il paesaggio islandese attraverso l’ambiente videoludico, sorprendentemente verosimile.

Utilizzando il gioco e i suoi vincoli come terreno di sperimentazione, ho intrapreso un processo fotografico meticoloso e al tempo stesso ludico, traducendo il mio approccio alla fotografia nella realizzazione di immagini digitali. Allo stesso modo in cui le mie polaroid avevano precedentemente sfidato le rappresentazioni stereotipate del paese, le immagini che ne sono scaturite inquadrano aspetti del paesaggio che di solito rimangono invisibili”.

La modalità fotografica, detta photo mode, di Death Stranding permette di manipolare alcuni dei parametri che si possono trovare nelle moderne macchine fotografiche, come l’apertura, lo zoom, la profondità, e di utilizzare alcuni strumenti tipici della post produzione, come ad esempio contrasto e saturazione, tutto all’interno dell’ambiente di gioco. Il paesaggio iper-reale del videogioco e la gamma di variazioni possibili che la macchina fotografica in-gamemette a disposizione, creano così un’interessante sovrapposizione di piani di realtà complementari. L’opera selezionata dall’intera serie raffigura un paesaggio montuoso verdeggiante, caratterizzato da aspre rocce scure, quasi nere, sparse  per tutto il crinale. Stiamo osservando uno spazio videoludico o le incredibili formazioni vulcaniche che caratterizzano l’area di Dimmuborgir? Oppure ci stiamo avvicinando alle spettacolari cascate di Selfoss? Realtà e finzione si rivelano così intercambiabili da ingannare anche l’occhio più attento. Il paesaggio videoludico diventa specchio di quello islandese e, con il suo reportage fotografico, Pascal Greco gioca sul rapporto tra realtà e simulazione, ridefinendo il concetto stesso di luogo tra mondi videoludici, digitali e analogici. Togliendo dalla scena gli elementi caratterizzanti del videogioco, quali appunto i segni di distruzione di un cataclisma che ha colpito la terra o le fatiche del protagonista, l’artista si sofferma su l’aura mistica che il paesaggio digitale condivide con l’Islanda, rendendo quasi impossibile distinguere i due diversi piani di realtà.

Place(s)  mostrando un paesaggio naturalistico in cui, tra le rocce e il muschio che caratterizzano il paesaggio islandese, si fa spazio una delicata luce mattutina, mette in discussione la fotografia stessa intesa sia come mimesis sia come rappresentazione dell’ambiente di gioco. Place(s) è il luogo in cui le due concezioni si incontrano e si intrecciano per formulare una nuova cultura visuale.

Pascal Greco
Place(s), 2021
Serie fotografica, courtesy the artist

23/11/2022