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SENZA TITOLO | MARCO SIGNORINI

Lo sguardo deciso, gli occhi luminosi e i denti in vista. Un cane ci osserva, tra l’incuriosito e il minaccioso. Noi, insieme al fotografo Marco Signorini, esitiamo davanti a questa creatura. Sulla sabbia ci sono le orme di una macchina, un indizio in più che permette la creazione di un’ipotetica narrazione che possa ricostruire lo scenario di quest’immagine, parte del progetto fotografico Earth II.

Il bianco e nero e i giochi di luce e ombra che caratterizzano l’opera riescono anche ad astrarla da una semplice fotografia di paesaggio: l’osservatore si trova immerso in una dimensione onirica, colto da un sonno profondo vaga per terre desolate pronte ad ospitare avventure e come in questo caso incontri. Il cane davanti a noi diventa istantaneamente un personaggio di questo sogno lucido. I cani, si dice, riescono a fiutare il pericolo, in questo caso il protagonista assume una posa che suggerisce di stare attenti, forse la percezione di un pericolo in corso, non accessibile agli umani. Il paesaggio diventa il pretesto per entrare in una narrazione atemporale, la fotografia sfugge a un ruolo di rappresentazione o documentazione, ma si fa sogno che Signorini  riesce a racchiude in un’immagine che vuole suggerire la ricostruzione di una relazione con la natura e con il mondo che sembra sbiadirsi nel nostro presente.

Earth II indaga l’incapacità dell’uomo di capire e percepire la realtà che lo circonda, opponendosi a questo atteggiamento Signorini cerca di istaurare un nuovo rapporto con il paesaggio e con la natura. Nelle immagini dell’artista questo sentire la natura non è mai bucolico o idilliaco quanto piuttosto carico di minaccia e di zone d’ombra: un sogno a cui basta davvero poco per trasformarsi in incubo. Ritorna allora lo sguardo sulle tracce della macchina, l’elemento che forse preoccupa più che lo sguardo del cane, quasi ormai diventato un nostro amico e guida per portarci verso una zona di luce. Le immagini di Signorini sono delle avvisaglie che vogliono portarci ad una consapevolezza, attraverso la ripresa di un’attenzione che sembra come addormentata.

In questo paesaggio quasi lunare lo sguardo allora vaga, si perde e si appiglia ai minimi dettagli, al luccichio che si intravede in lontananza, le impronte nella sabbia e ancora il volto del cane. Forse non siamo così lontani da questo paesaggio, forse basta affacciarsi un po’ di più in queste visioni per ritrovare quel senso appartenenza e comunione innato.

 

Marco Signorini
Senza titolo, Earth II, 2011 © courtesy the artist

23/04/2022