sensory-deprivation

SENSORY DEPRIVATION | JUNO CALYPSO

A cosa pensa la creatura immersa nell’acqua e schiuma di una avvolgente vasca idromassaggio a forma di cuore?
Juno Calypso (Londra, 1989) costruisce qui uno dei suoi set più efficaci nel contesto di un – reale – honeymoon hotel, dove il suo alter ego Joyce si muove e abita come presenza solitaria. Tinte rosa vintage, specchi, lingerie tutto concorre a rappresentare una immagine stereotipata del femminile e della femminilità, dove dietro una atmosfera pop costruita ad arte, set nel set, si celano dettagli meno confortevoli, che insinuano dubbi.
Cosa vediamo, infatti, qual è la nota stonata di questa polifonia di immagini? La protagonista non occupa gli specchi, anzi si sottrae alla ripetizione esponenziale della sequenza, non dialoga con sé stessa ma non dialoga nemmeno con un’altra metà (della mela?); giace sola, rannicchiata in una posizione di ripiegamento e protezione.

Centro della scena è quel cuore, ridisegnato nella silhouette e nelle forme che emergono dall’acqua, dalla schiuma, come una fiabesca sirenetta. L’inquadratura dall’alto impone lo sguardo e si impone, Joyce-Juno è schiacciata, per non dire sovrastata, da ruoli e canoni disegnati da altri, e tenta di resistere arginandoli con l’arma dell’ironia.
C’è un sorriso, amaro ma pur sempre un sorriso, che viene infatti spontaneo a immaginare persone, gesti, storie, pose, aspettative e illusioni che abitano quel simbolico cuore tanto reale quanto metaforico.

 

Juno Calypso
Sensory Deprivation, 2016
Dalla serie “The Honeymoon”
Courtesy l’artista

30/11/24