#ROSA: QUARANTAINE | GEORGINA STARR
“In 1974 at the age of six I began to hear the voices. I would appear glassy-eyed in the middle of the night in my parents’ living room in a somnambulistic state. ‘It’s the voices. Stop the voices’. It was difficult to describe exactly what I heard. This wasn’t just one voice, but a cacophony of female voices trying to communicate at the same time”
Forse sono proprio le voci del gruppo di donne cha animano la Light Room che appare in una delle scene del film Quarantaine (2020) di Georgina Starr a parlare all’artista in un suo momento di sonnambulismo infantile. E proprio dal sogno sembra che quest’opera tragga le sue origini: due ragazze si trovano intrappolate, quasi cadute nella tana del coniglio di Alice nel paese delle meraviglie, in una dimensione surreale in cui fanno esperienza di una nuova società di donne. L’organizzazione di questa nuova comunità è nelle mani di una sorta di sovrano, con tratti molto simili a Margaret Thatcher, la quale ha il potere decisionale di restituire un maggiore grado di consapevolezza e conoscenza solo alle cittadine che sono in grado di superare delle prove. Le protagoniste di questo viaggio spesso si trovano, proprio come nella scena di Light Room, ad essere osservatrici, senza poter partecipare, di un’organizzazione sociale che smonta una linearità di pensiero che caratterizza la cultura di massa, mostrandosi nella sua totale schizofrenia e assurdità.
Il viaggio delle due protagoniste, due donne quasi stereotipate nel taglio di capelli e dell’abito, si svolge attraversando una serie di scenografie sempre caratterizzate da colori saturi e atmosfere allucinatorie. La pratica di Georgina Starr si contraddistingue per la grande attenzione nella costruzione di installazioni che costituiscono il set delle riprese video ma che spesso vengono utilizzate anche come luoghi in cui l’artista mette in azione le sue performance. Quarantine riunisce questi diversi aspetti della ricerca di Starr, che per questo lavoro utilizza una varietà di oggetti, elementi riconducibili agli anni Cinquanta inglesi, una messa in scena che caratterizza nettamente il lavoro e offre un inquadramento storico, pur togliendo appigli di documentazione per aprire alla dimensione di mistero e enigma.
La narrazione che si costruisce intorno a questa ambientazione si snoda tra una mitologia contemporanea e una rappresentazione teatrale di ideali femministi: l’allucinazione ipnagogica creata dall’artista si presenta come una frattura temporale che si esprime per simboli e allusioni che l’osservatore può accettare di cogliere, gettandosi a sua volta nella tana del coniglio scavata … Quarantaine.
Georgina Starr
Quarantaine, 2020
43 minutes, courtesy the artist, Film Video Umbrella, The Hunterian, Glasgow International, Leeds Art Gallery & Art Fund
17/08/2022