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#SPECCHIO: PARADISE FOUND | LISA CARLETTA

Paradise Found (2018) è il primo machinima realizzato dalla fotografa di moda e digital media artist Lisa Carletta, la cui pratica indaga il concetto di identità declinato tra forma digitale e sfera performativa. Paradise Found esamina i processi sottesi alla disintegrazione e ricostruzione del sé, del corpo e della replica digitale’. Per evidenziare le dinamiche di rappresentazione nello spazio elettronico e come queste possano influenzare il nostro comportamento, l’artista ha realizzato una replica virtuale utilizzando un motore videoludico, creando una versione idealizzata di se stessa composta da frammenti di altri corpi. Il risultato è un simulacro dotato di vita propria.

Ho creato una versione idealizzata di me stessa per raggiungere in un certo senso l’irraggiungibile; potenzialmente, questa potrebbe diventare un unicum, una identità online futura“, con queste parole l’artista descrive il personaggio da lei creato. In questo assemblaggio di diverse parti del corpo, la donna digitale realizzata dall’artista si pone come specchio che riflette le fattezze della versione idealizzata del sé, slegato dalla controparte reale. “Sono tutto quello che ho sempre desiderato”, racconta la voce narrante, “sono la versione ideale di me stessa; sono l’idea che tu hai di me”, un corpo perfetto che non invecchierà mai, che non è sottoposto a decadimento, e che rimarrà sempre uguale nella sua perfezione digitale.

Con Paradise Found, Lisa Carletta, lavorando sul rapporto tra disintegrazione e ricostruzione del sé e del corpo, indaga le modalità di rappresentazione nello spazio digitale e come questo influisce sul comportamento e sullo sviluppo della persona. La nostra controparte digitale ha tante identità quante sono le piattaforme online che abitiamo, ognuna delle quali cerca di proporre una versione edulcorata della nostra controparte fisica e del mondo che ci circonda. L’avatar diventa non solo estensione del nostro corpo attraverso cui abitare mondi digitali paralleli, ma diventa anche lo specchio dei nostri desideri e delle nostre bramosie, e il mezzo attraverso cui possiamo finalmente creare il corpo dei nostri sogni. Il titolo stesso allude alla scoperta di un paradiso digitale in cui essere liberi di poter dare forma ai propri sogni, dove poter addirittura eliminare ogni segno di debolezza o imperfezione se vogliamo. Di fronte a tutta questa libertà, resta tuttavia da chiedersi quando la creazione di un corpo digitale ideale si trasformi in un atto di negazione e nascondimento del sé fisico.

Lisa Carletta
Paradise Found, 2018
Digital video/machinima, color, sound, 00:04:03
Courtesy the artist

26/10/2022