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NOUS SOMMES ESPACE | AGATHE ROSA

Solo perché qualcosa non è visibile ai nostri occhi, non vuol dire che non esista.
Questo è il concetto di partenza sul quale Agathe Rosa (Annecy, 1987) sviluppa la sua pratica. Il proposito dell’artista è quello di entrare in contatto con le entità che occupano lo spazio, anche se invisibili e intangibili, mettendo in discussione l’accezione di vuoto, riferita in particolare a un luogo.

Nous sommes espace è un dittico creato nel 2020, durante il periodo di lockdown causato dalla pandemia. Durante quel momento storico ognuno di noi ha in qualche modo subìto un cambiamento di prospettiva e magari messo in discussione sé stesso e le proprie convinzioni. Ciò che ha fatto l’artista è stato approfondire la propria interiorità, esplorare un luogo intimo nel quale ha inaspettatamente trovato nuovi paesaggi e personaggi. Ciò ha rafforzato la necessità di testimoniare l’esistenza dell’invisibile e delle entità che non si manifestano.

Il dittico Nous sommes espace si compone di un’immagine accompagnata da un testo scritto dall’artista (riportato integralmente ed in lingua originale in fondo all’articolo). L’immagine è una fotografia in bianco e nero che ritrae la parte alta – busto e testa – di una figura umana. Questa figura tiene in mano, posizionandola davanti al volto, una fonte di luce che ne nasconde i lineamenti rendendola irriconoscibile. Inoltre, l’abbigliamento semplice e lo sfondo neutro rendono impossibile un’operazione di contestualizzazione dell’immagine.
L’artista sceglie la luce come elemento di risonanza per poter entrare in contatto con lo spazio: ‘luce’ è infatti una parola che porta in sé svariati concetti, da quello più pratico e utilitaristico legato all’elettricità fino ad arrivare a quello simbolico legato alla speranza e alla positività. È un elemento allo stesso tempo visibile e intangibile.

Quella di Rosa è una pratica contemplativa profondamente concettuale, che può essere definita nella ricerca di una dimensione intima e di un contatto stretto con l’essenza stessa del mondo.

 

Autant que cela puisse sembler surprenant, il est nécessaire de se cacher pour re-devenir espace.
À la surface de l’être, existe une région où dialoguent l’intime et le manifeste. Des mouvements imperceptibles et oscillants y sont nombreux, si chargés d’hésitation entre ce qui souhaite se montrer et ce qui souhaite se cacher. Il en est de même pour chaque espace. Et invisible à la face du ciel et loin des solides cachettes de la Terre, l’intimité se situe dans les heures creuses, à la lisière de la matière ou lorsque notre regard se dérobe, dans l’ombre de notre dos. Pour entrer en résonance avec un espace, il est alors nécessaire de le devenir.

 

Agathe Rosa
Nous sommes espace, 2020
Fotografia stampata su carta Fine Art, 19 x 26,5 cm
Courtesy l’artista e Société Interludio

Agathe Rosa, Nous sommes espace, 2020. Detail of the exhibition “Les Communs”, 2020, curated by E22, La Chartreuse, Villeneuve-lez-Avignon (Fr). Photo: Agathe Rosa.

Agathe Rosa, Nous sommes espace, 2020.
Detail of the exhibition “Les Communs”, 2020, curated by E22, La Chartreuse, Villeneuve-lez-Avignon (Fr). Photo: Agathe Rosa.

 

10/07/24