MASHALLAH MASHALLAH MASHALLAH | SOUKAINA ABROUR
Soukaina Abrour (Marocco, 1997) è un’artista profondamente legata alle sue origini multiculturali.
La sua pratica indaga la costruzione dell’identità, nella complessità delle umane sfaccettature, attraverso la fabulazione, cioè la produzione di pensiero che si concretizza in discorsi e immaginazioni più o meno coerenti. Ma anche la facoltà di creare miti e raffigurazioni fantastiche o, più semplicemente, la capacità di inventare storie, anche ricche di particolari.
Quella di Abrour è una ricerca ossessiva nel tentativo di confrontarsi con la propria di identità, diasporica e frammentata. In questa ricerca, l’applicazione Google photo assume la funzione di archivio, un catalogo personale dal quale l’artista attinge per trovare ricordi e conforto, ‘scrollando’ lo schermo dello smartphone.
Sono le conseguenze dell’essere cresciuta in un contesto fortemente influenzato dalla differenza, a tratti contrastante, tra la dimensione domestica, quella di una famiglia numerosa e musulmana, e l’ambiente borghese e cattolico del piccolo paese del Nord Italia in cui l’artista ha trascorso infanzia e adolescenza.
Il titolo dell’ultima opera creata da Abrour è un’espressione marocchina di gioia e gratitudine: MASHALLAH MASHALLAH MASHALLAH (2023) è un’installazione immersiva, complessa e articolata, in cui diversi elementi concorrono alla fruizione e alla presentazione complessiva. Al centro dello spazio espositivo sono posti alcuni cuscini, posizionati lì allo scopo di creare un ambiente di aggregazione. Ai lati del pavimento sono appoggiate due lampade al neon viola – unica fonte luminosa della stanza – avvolte in nastri, catene e ciocche di capelli finti. Infine, sulla parete di fondo, sorretto da innumerevoli e sottili catene, svetta un telo in pvc sul quale appaiono quattro figure femminili, immagine proveniente dall’archivio foto dello smartphone dell’artista.
Abrour ha dichiarato di considerare il volto come vettore di informazione, ma queste quattro donne del volto hanno solo i contorni, uno spazio vuoto, bianco, al suo posto a denotare caratteristiche somatiche e identitarie. Questa assenza richiama l’attenzione su una comunicazione che si esercita non attraverso occhi, bocca… la mimica facciale, ma dalla compostezza e fierezza della postura.
Queste donne diventano per Abrour un faro di luce – proprio come enfatizzato dall’alone chiaro applicato digitalmente all’immagine in post-produzione –, creature che portano con sé un senso profondo di rinascita e speranza e che fanno esclamare all’artista: MASHALLAH MASHALLAH MASHALLAH.
Soukaina Abrour
MASHALLAH MASHALLAH MASHALLAH, 2023
Telo in PVC, catene, luci al neon, tessuto, capelli finti, nastro, 200×300 cm
Installation view presso ALMANAC INN, 24 febbraio – 24 marzo, 2024
Courtesy l’artista e ALMANAC INN, Torino, foto di Sebastiano Pellion di Persano ©
27/03/24