FOCUS BIENNALE: LET’S KILL NICOLE | JAMIAN JULIANO-VILLANI
Un cerbiatto dalle orecchie lunghe, lo sguardo un po’ perso, le zampe dentro a un paio di Ugg alla moda, si trova davanti ad un corridoio rosa e bianco in cui si susseguono insegne luminose di Irish pub che si concludono con un grande neon Keystone Light. La pittura di Jamian Juliano-Villani è il risultato di una somma di elementi, citazioni e riferimenti che l’artista assembla in modo anarchico, ignorando una qualsiasi gerarchia o ordine. Let’s Kill Nicole (2019), tela di grandi dimensioni, si iscrive perfettamente nella pratica di Juliano-Villani riuscendo a rappresentarne l’aspetto più surreale, cute e grottesco della nostra quotidianità.
I colori sgargianti e il soggetto, che sembra uscire da un cartone animato, diventano il contrappeso visuale della complessità psicologica che l’artista iscrive all’interno delle sue composizioni: come un rebus impazzito, la pittura dell’artista americana si costituisce di immagini le cui fonti sono delle più svariate attingendo alla vita personale di Juliano-Villano come ad una grande tradizione cinematografica erotica anni Settanta e Ottanta o a chiari riferimenti alla pop culture. La tela diventa quindi un risultato di storie differenti, di aneddoti di cui possiamo o spesso non possiamo avere accesso: l’unione di questi elementi genera una visione ironica e disturbante, un segreto che si cerca di indagare.
L’assurdità della narrazione di Juliano-Villano è la risultate armonia che nasce da queste ambiziose combinazioni di soggetti: quasi non sembra che ci sia nulla di strano se un cerbiatto in mezzo ad una stanza rosa stia indossando delle scarpe alla moda o si stia preparando per bersi una birra ad uno degli Irish Pub alle sue spalle con il suo amico pupazzo. Tutto rientra in un suo ordine stabilito. “Le mie opere sono come degli incidenti autostradali: c’è sempre qualcosa di rappresentato all’interno che non riesci veramente a spiegarti” così l’artista descrive il suo processo e, di fatto, quest’immagine richiede di essere ricomposta, di rimettere insieme i vari pezzi sparsi dopo l’incidente. Le associazioni casuali, inquietanti e buffe, ritrovano un loro ordine nello sguardo dell’osservatore che, familiarizzando con questo ammasso di simbologie, ricordi e citazioni, ricostruisce una propria storia. Let’s Kill Nicole, senza dirci chi effettivamente sia Nicole, mostra in modo spaventoso e tenero la complessità del pensiero umano ma soprattutto la sua fragilità: volteggiando in un vortice di rimandi e ricordi, il pensiero è ora incastrato nella stanza a scacchi rosa e bianca, forse una tregua o forse una trappola.
Jamian Juliano-Villano
Let’s Kill Nicole, 2019, acrilico su tela, 243,4 x 182,9 x 3,8 cm
© Dario Lasagni, courtesy MASSIMODECARLO
28/09/2022