LATE BY MYSELF | HANGAMA AMIRI

Rappresentante della generazione afghana del dopoguerra, Hangama Amiri pone al centro della sua pratica il tema della migrazione inteso come scontro-incontro di esperienze e culture. Una migrazione che ha vissuto in prima persona e che l’ha spinta a porsi l’obiettivo, attraverso gli strumenti offerti dalla ricerca artistica, di mantenere alta la soglia di attenzione rispetto alla condizione sociale in Afghanistan, rappresentando esperienze e storie di amici e familiari.
È in particolare la voce delle donne che Amiri valorizza, offrendo loro uno spazio in una comunità internazionale che è quella dell’arte e utilizzando in particolare i tessuti come strumento e supporto per la realizzazione delle sue opere.

Late By Myself è parte di un recente ciclo di lavori dedicato al tema della casa. ‘Casa’ è diventato un argomento centrale durante la pandemia, indirizzando Amiri a esplorare questa dimensione ed elemento simbolico. ‘Casa’ per Amiri è memoria, sentimenti e ricordi, lo spazio domestico si ‘apre’ e vuole essere percepito non come luogo di isolamento ma come quello dove si custodiscono affetti così come oggetti. Con chi condivide il bicchiere di vino o la frutta? Sono amici o familiari prossimi o lontani?
Amiri ha lasciato l’Afghanistan per il Canada a sette anni, la sua vita e di conseguenza la sua formazione portano traccia di questo evento lacerante, allo stesso tempo identitario. Colmare la distanza tra le proprie origini, la propria cultura e il vissuto presente è un esercizio individuale che viene però offerto come uno strumento, un mezzo. Così come la tavola da pranzo rappresentata da Amiri, che nel titolo contiene la citazione dell’opera di un fondamentale poeta afghano del tredicesimo secolo, è un incentivo a compiere un viaggio interiore, di apertura e scoperta, non di isolamento.

Hangama Amiri
Late By Myself, 2021
Chiffon, mussola, cotone, poliestere, seta, camoscio e matita colorata, 233.68 x 200.66 cm (92″ x 79″)
Courtesy l’artista e Cooper Cole

21/12/24