Kasia Matt-Uszynska
Generazione Critica: Attualmente stai lavorando come direttrice del Neuer Kunstverein Wien, qual è stato il percorso che ti ha portato a questo incarico e quali sono state le tappe fondamentali della tua formazione che hanno definito la tua figura professionale?
Kasia Matt-Uszynska: Sono nata in Polonia e da adolescente ho raccolto le prime informazioni sull’arte da libri e riviste. A quel tempo, erano gli impressionisti e il “Salon des Refusès” la mia fonte d’ispirazione artistica. Da allora ho sempre voluto studiare storia dell’arte. Dopo aver concluso gli studi a Vienna, ho fatto esperienza in musei come il Leopold Museum e lavorato in gallerie a Vienna e New York. Ma il mio desiderio è sempre stato quello di fare qualcosa di nuovo e di mio, e quando mi è stato concesso uno spazio da un imprenditore e collezionista privato, è nata l’idea di fondare il New Kunstverein Wien insieme ad alcuni amici. Abbiamo iniziato con un piccolo spazio espositivo, ora abbiamo due sale espositive adiacenti con circa 1800 metri quadrati di spazio, luoghi fantastici per l’arte contemporanea.
GC: Il Neuer Kunstverein Wien (NKW), di cui sei direttrice, si definisce uno spazio “libero”, sotto la sua gestione e progettazione. Come interpreti questo aspetto e quali sono le intenzioni che ti guidano nella selezione di iniziative, curatori e artisti?
KMU: Per me è sempre stato importante dare agli artisti la massima libertà possibile, lontano dalle restrizioni commerciali e istituzionali, libertà e opportunità che non possono avere nei musei e nelle grandi istituzioni a causa delle loro rigide strutture.
Gli artisti spesso producono sul luogo e hanno l’occasione di provare svariate cose. Abbiamo artisti che potrebbero lavorare per mesi alle loro installazioni negli spazi di NKW. Charlotte Gash, ad esempio, ha assemblato le sue sculture di automobili nella nostra sala, in risposta all’uso precedente che veniva fatto di quegli spazi. La nostra ultima mostra “Hello, Dear Ruth, Questions – Déjà Vu? Abonnement inconnu!” ha celebrato i 20 anni di una rivista sviluppata da un collettivo di artisti.
Gli artisti hanno anche avuto la completa libertà di trasformare la sala espositiva in un enorme layout e sono stati in grado di trasformare il Kunstverein nel design della loro rivista.
GC: NKW ha organizzato la mostra “Hier und Jetzt” durante Vienna Sculpture 2022, lo scorso anno: configurandosi come uno spazio che mette in discussione e cerca anche di rivoluzionare il rapporto tra arte e architettura, come è stato per te curare questa mostra e riunire la visione di diversi artisti all’interno degli spazi del garage di St. Marx? Quali sono state le sfide e forse le difficoltà che hai incontrato nel curare questa iniziativa?
KMU: Mi è stato chiaro fin dall’inizio che gli spazi del garage di un concessionario di automobili sono perfetti per sculture e oggetti d’arte. Le dimensioni, l’ampiezza e l’altezza del luogo ci permettono di esporre oggetti che non hanno trovato posto in gallerie o musei o in spazi pubblici. Attraverso la loro ruvidità e trasparenza, le sale oscillano tra l’interno e l’esterno. Naturalmente, una mostra di questa portata comportava uno sforzo speciale; c’è bisogno dell’entusiasmo e dell’impegno degli artisti per realizzare con successo un simile progetto.
Con la mostra, abbiamo voluto offrire una piattaforma e un modo per determinare la posizione degli artisti che lavorano con la scultura o con oggetti d’arte a Vienna. Con il progetto “Hier und Jetzt” – “Qui e Ora” – il mio obiettivo finale è rendere visibili arte, sculture e oggetti che altrimenti rimarrebbero per lo più invisibili, impacchettati nei magazzini o in studio, accessibili solo a pochi, e che non hanno ancora trovato posto in un museo o in spazi pubblici. La mostra presenta artisti di diverse generazioni e con differenti concetti di scultura, ma è appositamente progettata per gli spazi dell’ex concessionaria di automobili St. Marx. Ciò conferisce alle opere anche nuove prospettive e chiavi di lettura attraverso contestualizzazioni e contrapposizioni. La seconda parte di questo progetto dimostra quanto sia varia e qualitativamente eccezionale, sia da un punto di vista tematico che di supporto utilizzato, il panorama della scultura viennese.
Progetti ambiziosi richiedono anche finanziamenti aggiuntivi, per i quali ci siamo battuti e riusciti a ottenere.
GC: Oltre alle varie esperienze relative alla scultura, la programmazione di NKW cerca di includere diverse discipline combinando differenti media, penso ad esempio a mostre personali come “The Burrow” (2019) di Agnieszka Polska” o “Thingness” (2017) di Yingmei Duan, oppure mostre collettive come “The Devil to Pay in the Backlands” (2022) e “Autohaus St. Marx” (2021) in cui scultura, video e performance convivono negli spazi espositivi. Quanto è importante per te offrire al pubblico di NKW esperienze diverse in grado di ricostruire un quadro variegato delle esperienze artistiche contemporanee? E che tipo di risposta hai avuto dal pubblico?
KMU: Quando sono arrivata in Austria, ho avuto la sensazione che qui il panorama artistico, dalle arti visive alla danza, dal cinema al teatro, comunicassero molto poco tra loro. Sono infatti separati l’uno dall’altro, a differenza della Polonia, dove gli scenari si sovrappongono maggiormente.
In Polonia ho visto più spesso un attore all’inaugurazione di una mostra rispetto a qui, là le persone fruiscono maggiormente teatro, musica, jazz e film nella loro vita quotidiana, le aree confluiscono di più l’una nell’altra. Questo mi manca in Austria. Pertanto, trovo molto più interessante per me e per il Kunstverein l’attraversamento dei confini e l’influenza reciproca tra le diverse discipline.
Riuscire a far vivere al visitatore l’esperienza diretta dell’arte è per me la cosa più importante. I diversi media, che si completano a vicenda, danno allo spettatore questa occasione di entrare in mondi diversi.
GC: In particolare, “The Devil to Pay in the Backlands” (2022) è una mostra che non solo indaga la scena artistica contemporanea ma cerca di entrare in un discorso critico, mostrando l’arte come luogo in cui indagare la società odierna e i fenomeni culturali rilevanti, come l’opprimente peso della mentalità capitalista e consumistica, e come lo sviluppo tecnologico stia causando profondi cambiamenti nella vita quotidiana dell’uomo. Quanto è importante per te essere in grado di inserire progetti che possano quindi portare anche a una riflessione critica sulla società contemporanea?
KMU: Credo fermamente che la buona arte contemporanea sia intrinsecamente politica, ma anche politica in un senso più ampio, perché mette in discussione le abitudini di pensiero e di esperienza e ci incoraggia a una coscienza critica, a nuovi modi di vedere e pensare. Per quanto i temi socio-politici confluiscano nell’arte, voglio che anche l’arte confluisca nella vita socio-politica.
GC: Quali sono i tuoi obiettivi futuri nella direzione e nella curatela delle attività culturali e in quale direzione si sta dirigendo la tua ricerca dentro e fuori NKW? Hai già qualche progetto in mente?
KMU: Vorrei attirare più giovani estranei alla scena artistica verso l’arte, non è facile competere con l’abbondanza di immagini e “opere d’arte” su internet. Le persone (soprattutto i giovani) devono capire che ciò che incontrano sui social media non è necessariamente arte e deve essere sempre messo in discussione con un occhio critico. Philipp Timischl, ad esempio, lo dimostra chiaramente con la sua ultima opera a LED nell’ultima mostra di sculture “Hier und Jetzt II”. Vorrei dedicarmi a questo nel lungo termine.
Nella nostra futura programmazione all’NKW mostreremo la posizione della giovane viennese Sophie Gogl. L’anno prossimo stiamo progettando una mostra con artisti brasiliani, che sarà ancora una volta fortemente politica. Un altro progetto nel programma del prossimo anno al NKW sarà dedicato all’intersezione tra arte e design.
Ritratto di Kasia Matt-Uszynska realizzato da Kunst-Dokumentation.com