IT IS ALL OVER BUT THE DREAMING | TAMARA MACARTHUR
It’s all over but the dreaming è una piece teatrale digitale e interattiva che l’artista Tamara MacArthur mette in scena allestendo un palcoscenico nel suo studio. L’opera, componendosi di diversi linguaggi e media, è difficilmente circoscrivibile in un unico genere e rappresentazione, lasciando aperta la possibilità di una riflessione sulle pratiche artistiche e sulla loro attuazione nel presente pandemico.
La pratica di MacArthur è caratterizzata dall’edificazione di installazioni ambientali spesso in cartapesta quasi a voler sottolineare la loro impermanenza e fragilità. Queste scenografie vengono attivate dalla presenza dell’artista stessa che le anima attraverso performance di varia durata. In It’s all over but the dreaming la performance si è svolta online, attraverso la piattaforma zoom: una volta aperto il sipario digitale sugli schermi dei partecipanti è comparsa una piccola casa in bilico sopra un’isola d’oro, circondata da stoffe sospese e un mare fatto di onde di carta. Davanti a questa casa il corpo dell’artista tiene tra le braccia un altro corpo: un fantoccio il cui viso è stato sostituito da uno smartphone in diretta connessione con il visitatore. Il fantoccio è il co-protagonista della piece e un omaggio alla bambola commissionata dal pittore Oskar Kokoschka che, dopo essere stato abbandonato cerca un modo per mantenere un contatto con la sua compagna.
La pandemia ha creato delle profonde modifiche nell’interazione tra spettatore e l’artista soprattutto nel contesto della performance, It’s all over but the dreaming si inserisce come ricerca di una nuova metodologia. Come Oskar Kokoschka, l’artista cerca di riportare in vita qualcosa che è andato perso a causa delle restrizioni. Il desiderio di vicinanza e la volontà di sopperire allo stato di solitudine trovano una soluzione nel recupero della narrazione: durante la performance online, infatti, la voce dell’artista racconta sogni, esperienze personali e fantasie.
MacArthur propone una nuova alternativa, un modo di ripensare il rapporto artista-pubblico. Se da una parte quest’azione diventa uno sfogo, dall’altra rappresenta anche un rifugio in cui potersi nascondere anche solo per poco. Il sogno svanisce presto: lo spettatore rimane incastrato davanti all’ennesimo schermo, ma questa volta si porta con sé le storie di MacArthur come testimonianze di cura e di protezione, forse suggerimenti per un cambiamento.
Tamara MacArthur, It’s All Over But the Dreaming, Online performance for Edinburgh Art Festival, installation and live performance broadcast on Zoom, performance duration: 2hrs, 2020, photographs by Lizzie Urquhart
16/03/2022
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