HARD CITY
Hard City (2023) è apparso, in modo misterioso e criptico, inizialmente sui canali social in concomitanza con la programmazione dell’art week bolognese ART CITY 2023. Con un rapido e tagliente concept un gruppo di giovani artisti italiani con sede a Bologna hanno ideato una macchina-mostra-scultura-happening che cercasse di sovvertire le dinamiche su cui si basa l’organizzazione dell’evento artistico e allo stesso tempo creare alternative indipendenti che favoriscono l’espressione libera e la non gerarchizzazione dell’arte.
Il numeroso gruppo di artisti (composto da Marta Bartalini, Martina Pozzobon, Giacomo Mallardo, Gabriele Ermini, Tobia Faiman, Jacopo Casamenti, Federico Grilli, Luca Poncetta, Giulia Querin, Inactual Magazine, Rachele Tinkham, Letizia Lucchetti, Alice Santini, Alessandro Sacchet, Federico Falanga, Giulio dal Molin, Luca Campestri, Alessia Cincotto, Samuele Bartolini, Francesco Bendini) in occasione di Hard City prende d’assedio un distributore automatico di snack e sigarette presso un tabacchino nel centro storico della città di Bologna. Questa semplice azione fa si che le vetrine di questo servizio accessibile H24, si trasformino in una mostra collettiva in cui le voci di giovani artisti si manifesta come satira e allo stesso tempo come urgenza di ricollocazione dei ruoli.
Affacciandosi alla macchinetta è infatti possibile selezionare non più uno snack o una bibita ma bensì delle opere di piccole dimensioni che gli artisti concepiscono per questo intervento site specific: l’arte a portata di qualche monetina. Ci sono allora micro sculture dall’estetica pop, cassette musicali, piccoli cornici di metallo, stuzzicadenti d’artista e altro ancora. Nella scelta di questi piccoli manufatti non manca un forte accento ironico in cui la tradizione del ready made e le tendenze contemporanee incontrano l’estetica che caratterizza i distributori snack: nasce così un sottile e divertente gioco di rimandi che oltre a suscitare il riso innesca una serie di pensieri sulla facilità della mercificazione dell’arte e sulle dinamiche che influenzano il pensiero e la creazione artistica. Hard City si fa richiamo ad una presa di posizione in cui è l’artista che mette in gioco le proprie regole e che fa della sua arte un vero metodo di comunicazione interdisciplinare e democratico: non c’è bisogno di una galleria, non di un programma e neanche di un luogo. Quello che conta è la spinta vitale che soggiace ogni tipo di infrastruttura e che rende possibile un’interruzione nel flusso quotidiano.
Dopo l’inserimento dell’importo indicato, la molla metallica inizia a contorcersi e girare, l’opera precipita, la mano apre lo sportello pronta ad accogliere questi manufatti pop e kitsch. Hard City animando un banale distributore automatico ci ricorda, con freschezza e audacia, dove risiede il valore dell’espressione artistica senza la paura di evadere dalle connotazioni tradizionali e con l’interesse di invadere i luoghi pubblici, il passante, il lavoratore, l’anziana signora che porta a spasso il cane.
Hard city, 2023
Happening e mostra, distributore automatico di sigarette, Bologna © Photo: Luca Campestri
13/02/2023