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FOCUS BIENNALE: RAISED IN DUST | ANDRO ERADZE

“I saw a vision in my sleep
So turbulent and full of dread,
That ill-forebodings fill my mind
And o’er my heart theor poison spread.”[1]

Queste cupe parole, presagio di una disgrazia imminente, tratte dal poema Mangiatore di serpenti dell’autore georgiano Vazha-Pshavela, chiarificano e mettono in luce il sistema semantico di Raised in Dust (2021) opera video di Andro Eradze. L’artista, anche lui di origini georgiane, aderisce al pensiero di Vazha-Pshavela e ne coglie l’aspetto più impegnato e attivista: i due artisti condividono infatti la necessità di riconoscere i problemi d’interazione che sussistono tra l’individuo e la società, tra essere umano e natura. Le loro opere diventano così grida che vogliono squarciare il buio del presente in cui viviamo, suggerendo una possibile via di uscita da attuarsi solo attraverso una ricongiunzione con il mondo naturale.

Le visioni del sonno che animano l’immaginario di Eradze si costituiscono in lunghe riprese di una foresta, oscura ma materna, eletta ad ambientazione protagonista del suo video Raised in the dust. L’osservatore è tratto in inganno da animali che apparentemente sembrano vivere questi luoghi ma che, ad un attento esame, risultano essere parte di una collezione di tassidermia. Travolto da questa successione di creature che con la loro morte congelata nel tempo, silenziosamente, per disperazione o per rabbia, gli implorano aiuto. E allora entrano in scena i fuochi d’artificio, emblema della nocività e cattiveria dell’essere umano che invade e attacca la calma e l’equilibrio della natura. L’alternarsi di queste immagini sottolineano le difficoltà che presenti nel dialogo tra il mondo animale e vegetale e quello sociale dell’uomo: un conflitto che sembra vivere nella costante opposizione.

I fuochi d’artificio si fanno sempre più invadenti e disturbanti, la pace idillica che dovrebbe contraddistinguere i luoghi silenziosi delle foreste notturne sembra ormai persa. E sul mio cuore si diffuso il loro veleno, l’artista si esprime in questa visione malinconica che anima il suo sguardo. L’intenzione, forse, è quella di muovere ad un approccio più attivista: ripartire dalla magia del bosco, dall’ascolto del linguaggio occulto degli animali per ristabilire nuovi valori.

Andro Eradze
Raised in the dust, 2021
Video in 4K
Biennale College Arte, La Biennale di Venezia
59Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, Il latte dei sogni
© Photo: Roberto Avezzù, courtesy La Biennale di Venezia

[1] “Ho avuto una visione nel sonno / Così turbolenta e piena di terrore / che i cattivi presentimenti riempiono la mia mente / E sul mio cuore si diffuse il loro veleno”

 

29/10/2022