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DICK THE STICK’S SAGA / THE SHAME | DIEGO MARCON

Il tratto stilizzato della figura di un soldato è il protagonista dell’opera Dick the Stick’s Saga, una serie di disegni digitali raffiguranti la sagoma di un personaggio – Dick appunto – ripreso in diversi momenti, ma sempre costantemente seduto su uno sgabello e intento a lucidare i propri stivali.
I disegni della serie Dick the Stick sono semplici, essenziali, un unico tratto di colore nero su fondo completamente bianco, e tradiscono in questa essenzialità l’essere i bozzetti di un corto animato pubblicato nel 2014 con il titolo Interlude (introducing Dick the Stick) che l’artista ha poi estratto e dotato di autonoma personalità.

Che Dick sia un soldato lo si rileva dal piccolo stemma che ha sul braccio, dagli stivali tipicamente indossati nell’esercito e dall’elmetto sulla testa.
Per Dick l’abitudine della lucidatura degli stivali, pratica simbolica e di routine per i membri dei corpi militari, sembra quasi essere diventata la sua unica ragione di vita, l’obiettivo della giornata, la vera o più importante battaglia che deve combattere. In Dick the Stick’s Saga / The Shame lo vediamo disperato, in difficoltà, mentre con un gesto ai limiti dell’esasperazione si copre il capo con lo stesso straccio usato per lucidare gli stivali.
Non possiamo sapere se ciò che tormenta Dick sono le occupazioni non dichiarate sottese all’essere un militare, le conseguenti responsabilità morali, e tutto il portato etico delle azioni che ne consegue o se è simbolo di una ricerca di perfezione, scrupolosità, accuratezza, in una sorta di perfezionismo ossessivo e potenzialmente deleterio, vista la ovvia imperfezione della natura umana.

Sono veramente pochi gli elementi visivi che ci vengono forniti tramite l’opera, ripetitivi ed elementari, ma capaci di suscitare un sentimento empatico per questa figura tanto semplice quanto espressiva. Dick però non cerca un contatto con lo spettatore, da protagonista solo sulla scena resta concentrato nella pulizia dello stivale. Ciò che Marcon cerca e persegue non è tanto la relazione tra spettatore e questa figura isolata e sola, senza nessun riferimento spaziale o temporale o di contesto e di sfondo, ma esattamente l’opposto, cioè di mantenere una distanza fisica ed emotiva, per lasciare il protagonista in un avvitamento solipsistico. Metafora di solitudini contemporanee e globali, sintetizzate in un gesto quotidiano tanto semplice quanto ripetitivo, che con il solo dettaglio di appartenenza a una divisa è contemporaneamente divisivo appunto e universale.

 

Diego Marcon
Dick the Stick’s Saga / The Shame, 2014-2016
Vinile prespaziato monometrico nero, dimensioni variabili
Artwork digitale
Courtesy l’artista e Sadie Coles HQ, London

24/06/2023

 

Diego Marcon, Triptych. The nap (Dick the Stick’s Saga), 2014 Pre-spaced monometric black vinyl stickers applied on windows, variable dimensions View of the installation, "Keep it Real", Spazio Ventura, Milan, IT Photo: Alessandro Zambianchi Courtesy the Artist and Sadie Coles HQ, London

Diego Marcon, Triptych. The nap (Dick the Stick’s Saga), 2014
Pre-spaced monometric black vinyl stickers applied on windows, variable dimensions
View of the installation, “Keep it Real”, Spazio Ventura, Milan, IT
Photo: Alessandro Zambianchi
Courtesy the Artist and Sadie Coles HQ, London