FOCUS BIENNALE: DESASTRES | MARCO FUSINATO
Un uomo di spalle, seduto su una cassa il cui uso tradizionale è per il trasporto di attrezzatura musicale, tiene una chitarra in mano con la quale genera suoni distorti e lunghi, frequenze che corrono il rischio di infastidire l’udito tanto da dover fornire ai visitatori dei tappi. Ma è attraverso questo segnale acustico che una serie di immagini vengono proiettate su una parete LED che riempie totalmente lo spazio del padiglione Australia alla Biennale di Venezia 2022, immagini che sono accomunate da un viraggio bianco e nero e da soggetti in cui violenze e disastri vengono rappresentati tanto da poter turbare, allo stesso modo del suono, l’esperienza del visitatore.
Nel 1991 i coniugi Becher vinsero il Leone D’Oro per la scultura con un progetto fotografico e in qualche modo anche quest’opera di Marco Fusinato potrebbe essere considerata, più che una performance, una scultura nell’atto stesso di definirsi. Animando lo spazio per tutta la durata della biennale, Desastres (2022) è un laboratorio aperto in cui l’artista, con la sua presenza e attività, riesce a far immergere lo spettatore portandolo direttamente dentro il suo pensiero e il suo processo creativo: il flusso di immagini, accomunate dal tema del disastro e della desolazione, e il suono costante generato da Fusinato hanno come risultato un’opera in evoluzione. Si susseguono così fotografie di archivio in cui si vedono animali sofferenti, mani intente a muovere un bastone come per tramortire qualcuno, incisioni medioevali in cui dei cadaveri di appestati sono lasciati sui cigli della strade e immagini riprese da telecamere di sorveglianza. In questo stream senza controllo anche il corpo di Fusinato che sarà presente ogni giorno nel padiglione per la durata totale di duecento giorni, diventa un immagine di un atto di determinazione e costanza.
Il dipinto di Francisco Goya Los Desastres de la guerra (1810-20) appoggiato a terra fa da memento mori e guida la scelta delle immagini che si susseguono sullo schermo, l’intera azione innescata da Desastres funge da richiamo alla parte più vitale dell’uomo, metafora dell’energia generatrice e dell’evoluzione costante di ogni organismo. Percepibile come allucinazione o stato confusionale, l’opera di Fusinato diventa una scultura del pensiero che si modella durante i mesi dell’esposizione internazionale, reiterandosi mai uguale a se stessa: una forma che non ha limiti e che riesce a plasmarsi nelle diverse realtà individuali e collettive.
Marco Fusinato
Desastres, 2022, Pavilion of Australia
59th International Art Exhibition – La Biennale di Venezia, The Milk of Dreams
© Photo: Marco Cappelletti, courtesy La Biennale di Venezia
10/08/2022