DENIZEN | Freya Moffat
Denizen è la mostra personale che è stata presentata alla Fondazione Pini di Milano a settembre 2021 in cui Freya Moffat presenta la sua ultima serie di lavori, senza titolo. L’artista ha realizzato dei personaggi a grandezza naturale in carta pesta, li ha vestiti con abiti da ufficio, modesti e comuni, ha collocato queste sculture in giro per la città – “denizen” significa appunto abitante – come intenti a vivere la propria vita, incastrati in momenti di routine, impacciati come tutti. Questi attimi ordinari sono stati fotografati e presentati come sguardi ambigui sulle nostre città: subito appaiono come immagini consuete, a volte intime, dopo qualche istante però si riconosce il senso di inquietudine che le pervade. Altri tra questi personaggi invece sono esposti in mostra coinvolgendo lo spettatore in una riflessione sulle modalità in cui abitiamo gli spazi della nostra vita e i sentimenti di ansia e inadeguatezza che queste esperienze quotidiane ci comunicano. I corpi di questi personaggi inoltre sono tesi, deformati dalla colla e dalla precarietà dei materiali di riuso con cui sono realizzati (giornali, riviste, abiti, cartoni) come se fossero costruiti con le cose scartate che occupano lo spazio che abitiamo: Moffat inoltre ha iniziato a fare sculture per fotografarle, per appiattire il piano tra queste e lo sfondo. Le fotografie sembrano accenni ai denizen come individui, in un primo momento concepiti come un corpo collettivo ma destinati a ottenere una individualità in futuro.
Questa duplice modalità di esposizione dei personaggi, mediati o meno dalla fotografia, e la tensione che i corpi dei “denizen” di Moffat esprimono, invita lo spettatore a riflettere sull’azione del mostrare, del mettere in mostra: in un momento di grande fragilità in cui, secondo l’artista, tutto questo “è controintuitivo, ci sentiamo particolarmente vulnerabili”, esporsi è una risposta coraggiosa con cui è possibile affrontare questa esperienza claustrofobica collettiva che è stato il lockdown contro la pandemia da covid 19.
Come spiega l’autrice: “penso che il lavoro riguardi il tentativo e l’incapacità di comunicare. Non aiuta il fatto che le teste di “Denizen” siano avvolte in un tessuto che le rende (o ne è la causa) incredibilmente insulari. La loro attenzione è per metà occupata dal legarsi a mantenere posture e posizioni che non possono reggere: sono momenti di tensione. Inoltre, una festa in ufficio è sempre un po’ tesa e imbarazzante. Questi personaggi, vestiti con camicie lucide da quattro soldi, stanno ballando un po’ troppo distanti l’uno dall’altro…”.
©Freya Moffat, Untitled, 2021
Giclee Print, 59 x 84cm
courtesy the artist
02/04/22