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ARCHIVES OF ABUSE | SUSAN MEISELAS

Susan Meiselas entra a far parte dell’agenzia Magnum Photos nel 1976 e da allora lavora come fotografa freelance, privilegiando un approccio di documentazione e concentrandosi su conflitti e diritti civili in America Latina.
Archives of Abuse è una serie realizzata collaborando e su commissione per la polizia di San Francisco negli anni Novanta, con l’obiettivo di portare attenzione su un fenomeno – quello dell’abuso domestico – che in quegli anni, nonostante una impressionante casistica, non aveva una grande visibilità. Per una legge della città di San Francisco questi reati potevano essere perseguiti anche senza la denuncia della vittima e quindi si rendeva necessario un meticoloso e puntuale lavoro di ricerca prove e di mappatura della scena del crimine, per dare forma a un corpus di ‘prove’ da portare a processo.
Il lavoro di Susan Meiselas è quindi iniziato dalla ricerca statistica e di archivio appunto, su numeri e tipologia di reato: percosse da parte dei genitori, violenza domestica, abuso, fino all’omicidio; numeri che chiamano una necessità di consapevolezza e di evidenza scientifica, che Meiselas affronta a partire dalle prove. Le prove – parole, indumenti, mobili rotti, oggetti domestici… – che sono raccolte all’interno delle case o in camere d’albergo, luoghi con una dimensione di intimità: che la camera da letto sia di casa o di albergo è poco significativo, perché ciò che manifestano è analoga violenza che si rintraccia nei segni sulle pareti o sui vestiti e, ovviamente, sui corpi.

Archive of Abuse è formalizzata come collage, dove accanto alla documentazione fotografica sono leggibili le ‘narratives’ cioè i rapporti descrittivi della polizia in cui meticolosamente vengono riportati i dettagli delle scene del crimine, dalla condizione degli ambienti fino alle parole scritte sui muri o sul pavimento: ‘I’m sorry but you have to go to heaven with me’.
Meiselas affronta il progetto come i suoi precedenti lavori, si interroga cioè sul luogo del conflitto, sia fisico che di relazione, che solo chi subisce la violenza – che sia diretta o verso un familiare – davvero conosce bene, deve affrontare e trovare il modo di superare andando avanti, in modo fisico e psicologico verso un’altra prospettiva di vita. Ciò che non si può superare sono i segni, le tracce, che le fotografie di Meiselas ricompongono, stratificate, narranti e indelebili, dei ‘paesaggi della violenza’ dai quali si può solo cercare di migrare, in un certo senso, come da ogni scenario di guerra e di crisi che fa sperare e ricercare una possibilità, per quanto incerta, di sopravvivenza, prima di tutto a sé stessi.

L’opera è attualmente esposta come parte della mostra Mediations ospitata a Palazzo Magnani, Reggio Emilia, nell’ambito di Fotografia Europea 2024, 26 aprile – 6 giugno 2024.

Maggiori informazioni sulla mostra: link

 

Susan Meiselas
Collage 1: Police report and police photograph, San Francisco, 1992 dalla serie Archives of Abuse
C-print, 98.4 x 124.4 cm
Installation view presso Fotografia Europea 2024. Mediations, Susan Meiselas, Palazzo Magnani, 26 aprile – 9 giugno.
© Susan Meiselas / Magnum Photos. Photo: outherecollective.

15/05/24